L’insonnia è un disturbo del sonno caratterizzato dalla difficoltà o incapacità ad addormentarsi nonostante la persona sia stanca e il suo organismo manifesti un bisogno fisiologico di dormire.
Il sonno, per il nostro corpo, è un elemento fondamentale tanto quanto la nutrizione ed una sua mancanza cronica, l’insonnia, può comportare effetti negativi sulle funzioni organiche, oltre ad abbassare le difese immunitarie.
Si stima che il 60% degli anziani soffra di disturbi d’insonnia, percepiti come difficoltà nell’addormentarsi, sonno frammentato e poco profondo, con una percentuale maggiore nelle donne rispetto agli uomini.
Le cause dell’insonnia
L’anziano, mediamente, necessita soltanto di 5-6 ore di sonno giornaliere a causa di modificazioni e alterazioni fisiologiche dei ritmi circadiani dovute all’età. Fondamentali nella determinazione della qualità del sonno sono le condizioni ambientali (rumori, luci accese), lo stato emotivo e l’utilizzo di farmaci, oltre a malattie e disturbi fisici.
Infatti, stati di ansia o di stress possono favorire l’insonnia, così come patologie respiratorie, cardiovascolari, urinarie, neurologiche o gastroenteriche. Anche alcuni farmaci possono alterare il ritmo sonno-veglia e si raccomanda sempre di parlarne col proprio medico qualora, a seguito dell’assunzione, si riscontrassero difficoltà nell’addormentarsi.
Consigli per dormire meglio
Spesso per risolvere questa problematica sono sufficienti alcuni accorgimenti che è bene ricordare.
- Non assumere caffeina alla sera, evitare di fumare e moderare il consumo di alcolici;
- Andare a dormire e svegliarsi sempre alle stesse ore, magari sviluppando un rituale serale come può essere un bagno caldo, bere una tisana o leggere alcune pagine di un libro;
- Cenare almeno 3 ore prima di coricarsi;
- Usare la stanza soltanto per dormire, evitando di guardare la televisione o leggere a letto durante il giorno;
- Limitare le luci accese ed i rumori durante la notte;
- Evitare di rigirarsi a letto se non si riesce ad addormentarsi, è meglio alzarsi e cambiare stanza;
- Evitare i farmaci che possono causare insonnia e gli ambienti poco illuminati durante il giorno.
Rimedi farmacologici
Qualora dopo aver messo in atto tutti gli accorgimenti necessari il problema non si risolvesse, si può decidere di farsi aiutare dal proprio medico e attivare una terapia farmacologica.
Per prima cosa, verrà richiesta la compilazione di un diario del sonno per un periodo minimo solitamente di una settimana. Questo consiste in un vero e proprio diario in cui, al mattino, si registreranno alcune risposte a delle specifiche domande sulla qualità e quantità del sonno, su eventuali sostanze assunte prima di coricarsi e così via, ottenendo al termine del periodo uno strumento molto valido per una corretta anamnesi.
I farmaci più utilizzati per questo disturbo sono le benzodiazepine, per le quali comunque solitamente si raccomanda l’impiego per un massimo di 2 settimane o con discontinuità. Assunzioni troppo elevate, infatti, possono causare sonnolenza e confusionedurante il giorno, oltre ad aumentare l’incontinenza notturna.
Spesso viene utilizzata anche la melatonina che, sintetizzata già a partire dal nostro corpo durante le ore serali, aiuta ad indurre il sonno ed a migliorarne la qualità. La concentrazione di questa sostanza diminuisce con l’avanzare dell’età e spesso è sufficiente integrarla per risolvere il problema.
Insonnia in presenza di patologie neurologiche
Talvolta le persone affette da demenza o Alzheimer possono riscontrare problemi di insonnia. Poiché queste persone vanno spesso seguite durante il giorno, la mancanza di sonno durante la notte può portare anche ad avere ripercussioni sull’intera famiglia o sul personale impegnato nell’assistenza della persona.
In questi casi, per favorire il sonno del malato durante la notte, può essere utile limitare i sonnellini durante il giorno, cercare di capire se sono presenti tutti i comfort nella stanza da letto e consultare il medico se si sospetta che l’anziano soffra di depressione.
Se la camera da letto si trova al piano superiore è opportuno evitare che, girovagando di notte, l’anziano possa incorrere in pericoli. A questo scopo può essere utile installare un cancello di sicurezza o utilizzare dei dispositivi elettronici che, rilevando il movimento, avvisino i familiari, mentre è sempre consigliato chiudere a chiave la cucina. Questa, infatti, risulta essere un luogo molto pericoloso per chi soffre di queste patologie.