Stare tra le gente e sentirsi importanti, per chiunque, è una necessità.
Tuttavia, in molti, soprattutto con il passare degli anni, soffrono di isolamento dalla famiglia e dagli affetti e restano in uno stato di totale abbandono sino alla fine dei loro giorni.
La solitudine è una malattia. I rischi derivanti da tale condizione e sentimento sono molti, sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista fisico.
La solitudine, infatti, è stimata un fattore di rischio non soltanto per la depressione, ma anche per il declino cognitivo e per lo sviluppo di demenze (come, ad esempio, l’Alzheimer), fino a ricollegarsi alle morti premature.
Oltre ad accentuare i prevedibili problemi di salute legati alla normale decadenza senile, l’isolamento porta a conseguenze psicofisiche difficili da controllare: aumento sensibile della pressione sanguigna, alti tassi di cortisolo che altro non è che l’ormone dello stress, sintomi depressivi e disturbi al sonno.
Tutte queste sollecitazioni nocive intaccano il corretto funzionamento del sistema immunitario dell’anziano, andando a modificare funzionamento delle cellule di difesa.
Ma, in particolare, quali sintomi possono essere collegati alla solitudine cronica?
È stato dimostrato che un prolungato isolamento e l’inattività fisica possono ingenerare:
- malattie cardiovascolari
- diabete
- emicrania
- cattiva qualità del sonno
- disturbi cognitivi e compromissione della salute mentale
- malnutrizione
Scongiurare tale pericolo non è semplice, soprattutto perché spesso si prova imbarazzo ad ammettere l’effettiva nocività della propria condizione.
In generale, sono statisticamente indicati come più vulnerabili:
- Anziani con limitata autonomia nella mobilità
- Persone prive di reti familiari, sociali
- Persone che vivono da sole, o in coppie di soli anziani e/o bisognose di assistenza continuativa
- Caregivers anziani (soprattutto donne)
- Persone a basso reddito
- Anziani che vivono in zone isolate ( montagna, collina, rurali)
Sia chiaro: la solitudine non deve essere confusa con il vivere da soli: molte persone, infatti, scelgono di mantenere la propria indipendenza, ma non per questo motivo ne soffrono.
Sincere relazioni interpersonali, quindi, sono fondamentali per capire e far capire l'effettivo stato di salute psicofisica.